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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

Segreteria regionale Agesci:
Telefono: 095.41 65 61 
segreteria@sicilia.agesci.it

 

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Il governo dei cambiamenti imposto: protocolli e vita scout

19-11-2021 17:22

Redazione

In Evidenza, Quadrimestrale, Quadrimestrale Settembre 2021,

Il governo dei cambiamenti imposto: protocolli e vita scout

Paolo e TaniaIncaricati Nazionali al Coordinamento Metodologico Intenzionalmente, preventivamente, concettualmente, metodologicamente, ….. finiscono p

Tania Cantini e Paolo Carbone

Incaricati Nazionali al Coordinamento Metodologico

 

Intenzionalmente, preventivamente, concettualmente, metodologicamente, ….. finiscono per mente!

 

Vorremmo iniziare questa breve condivisione con tutti voi partendo innanzitutto dal complimentarci per questa ripartenza di pensiero più che giornalistica. Generare pensieri, riflessioni, stimoli e provocazioni è uno dei migliori metodi per sentirsi Associazione.

 

Ci è stato chiesto di contribuire al tema della ri-partenza. Ci piace invece esordire richiamando una frase ben nota di B.P.: “Quando la strada non c’è inventala”!.

È una frase forte che suona piena di entusiasta, che sprona al darsi da fare, al mettere in modo non solo piedi e mani ma soprattutto la testa (inventala).


 

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Ci facciamo quindi aiutare da due piccole esperienze che raccontano il nostro essere capi, educatori e inventori.

Durante il precedente anno scout un Cerchio di coccinelle non potendo applaudire, a causa della mascherina, con il nostro consueto modo (applauso all’indiana portando la mano alla bocca) si inventò il battito di ali incrociando le braccia e battendo i palmi delle mani sul gomito opposto.

A termine del precedente anno scout sono state pubblicate da più parti indicazioni su come poter pernottare in tenda. Lo schema era suppergiù quello rappresentato.

Chi ha vissuto un campo di reparto sa bene quanto sia difficile e carica di coraggio l’esperienza di aprire una tenda di una squadriglia maschile (tra odori e colori!)

La tenda di squadriglia è luogo di convivenza ma anche (e soprattutto) di comunione. Non possiamo vedere il mondo con i nostri occhi, immaginare guide ed esploratori come dei simboli, delle icone immobili; ma davvero pensiamo le nostre ragazze e ragazzi entrare a turno nella tenda e posizionarsi come nell’immagine e lì restare immobili? Tutti noi conosciamo cosa accade dentro una tenda di squadriglia e da quel che accade dobbiamo…ripartire (incontro, comunità, scambio: una “marmellata” di pensieri e parole e, in misura diversa, di azioni).

Abbiamo iniziato dicendo che la parola “ripartenza” ci sembra poco appropriata; proviamo a spiegare: il blocco delle attività e il distanziamento (che sono forse gli aspetti che più hanno toccato bambini e ragazzi) hanno fortemente rimesso in discussione il nostro essere capi inventori.  

Nelle nostre comunità capi e nei nostri staff abbiamo forti tradizioni che se da un lato rendono solida la nostra proposta dall’altro lato ci fanno correre il rischio dell’abitudinarietà e di perdita di intenzionalità (si è fatto sempre così).

I protocolli ci hanno posto una serie di paletti rendendo la strada più contorta e sicuramente nuova che ha messo in discussione le nostre certezze.

Come AGESCI pubblicammo il documento “Zaini in spalla” il cui senso era, anzi è, proprio quello di mettersi in cammino su questa nuova strada portando con noi gli strumenti metodologici mettendo al centro bambini, ragazzi e giovani quali protagonisti di questa strada.

Come comunità capi abbiamo quindi ancora il dovere di rispondere ad un bisogno di incontro, ad offrire opportunità di scoprire, osservare e agire.

Tutti i livelli e strutture (staff di unità, comunità capi, formazione capi, settori, ecc) sono stati chiamati quindi a inventare nuove vie, nuovi linguaggi, nuove proposte.

Ci sono luoghi che oggi più di ieri possono essere momento di incontro, pensiero e condivisione: i consigli di zona e regionali, i comitati e le assemblee.

Finora li abbiamo forse proposti o percepiti come obbligo o dovere ma potrebbero invece trasformarsi in power bank.

 

Non troveremo (almeno per qualche anno) un sito internet da cui scaricare giochi, veglie, attività che siano rispettosi di protocolli anti-COVID.

Nell’agosto del 1907 Baden Powell si ritrovò a vivere il suo primo campo.

Ora siamo noi chiamati a inventare. L’opportunità per ogni capo e comunità capi è immensa: scoprire le proprie competenze, talenti e fragilità, progettarsi per rispondere ad un bisogno educativo. Mettersi davanti ad un foglio bianco può metter paura ma non dobbiamo dimenticare che non abbiamo noi la penna in mano, non siamo noi i protagonisti della storia da scrivere o disegno da dipingere.

la sfida è lanciata e impegna non solo la nostra mente ma anche il nostro cuore; il richiamo alle scelte del Patto Associativo sono lì, dietro l’angolo.

Abbiamo imparato, ad esempio, che possiamo sopportare il maltempo e la pioggia e che non dobbiamo necessariamente chiuderci in una tana o in una stanza attorno al tavolo; non possiamo limitarci a modificare o adattare giochi, attività, imprese ma inventare nuove strade perché crediamo che il bisogno non sia solo immutato ma anche aumentato.

Specialità, brevetti, capitoli, uscite, missioni, caccie e voli, famiglia felice, hike e servizi strumenti che esistono per tutte le stagioni ma anche per tutte le condizioni. Il pensiero va al convegno “Con il tuo passo” del 2018 (https://metodo.agesci.it/2019/02/04/convegno-con-il-tuo-passo-gli-atti/) che ci ricorda come davvero lo scautismo è per tutti e per ogni tempo.

 

Scriviamo queste righe in un momento storico (10 agosto) in cui, mentre si svolgono campi, route e vacanze di branco/cerchio i numeri dei contagi sembrano aumentare e le zone tornare ad essere colorate.

Accettiamo questa sfida e viviamola con gioia ed entusiasmo.

Il Consiglio Generale 2020 ci ha lanciato un messaggio: “Ci sentiamo chiamati ad annunciare che l'Amore non è una proposta, ma è un mandato; non è una strada possibile, ma è l’unica Via.”

Facciamo in modo che le parole prendano Vita.

E nel nostro essere profetici quando siamo invitati a distanziarci è forse quello il momento in cui dobbiamo avvicinarci: che tutte le riflessioni siano condivise in comunità capi che non è solo il luogo delle regole e dei protocolli ma il centro della proposta educativa e della formazione permanente (e reciproca).

Come cristiani offriamo i nostri talenti, le nostre povertà e paure ma anche le nostre creatività e fantasia.

L’essere cristiani è da vivere all’interno della comunità, in primis quella parrocchiale. Ci vengono perciò alla mente le parole di Papa Francesco: “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” e vogliamo qui richiamare anche il documento “Un Noi Generativo” elaborato dall’AGESCI e dall’AC dove leggiamo: “la condivisione delle responsabilità permette di concretizzare questa intuizione anche tramite il lavoro in équipe degli educatori insieme alle famiglie - altro importante attore educativo da coinvolgere e rendere partecipe -, alla società e alla comunità cristiana tutta….. riteniamo fondamentale essere presenti sia come interlocutori sia come agenzie educative riconosciute, nei tavoli di lavoro locali e territoriali con l’idea di passare dallo scrivere al fare insieme, passando dall’atteggiamento di “proprietà intellettuale” (ti invito alle mie attività, ai miei progetti) a quello dell’essere aperti e partecipi per mettersi a servizio della propria comunità”

 

“La forza del lupo è il branco e la forza del branco è il lupo” è un’altra parola che anche noi non dobbiamo tralasciare ma mettere al centro della nostra comunità educante.

Questo è il tempo anche di riprendere in mano le tracce offerte dal regolamento metodologico e reinterpretare tutti (la sottolineatura è d’obbligo) dosandoli in base ai bisogni piuttosto che rispetto ai protocolli.

Non dobbiamo però dimenticare che questo tempo non ha bloccato crescita e maturazione dei bambini e ragazzi e la progressione personale diventa oggi strumento ancora più forte soprattutto nella sua unitarietà.

Vorremmo concludere con un’immagine riprendendo la frase iniziale provando, con presunzione estrema, a modificarla: “Quando la strada non c’è inventiamola insieme!”: coccinelle, lupetti, guide ed esploratori, scolte e rovers sono luogo teologico, sono loro i protagonisti delle loro piste, sentieri e strade. Allora proviamo, con la mente, a farci strada insieme e siamo certi che sapranno stupirci proprio come quel battito d’ali che diventa applauso.

 

Un affettuosissimo abbraccio e un grazie a tutti voi che vivete il vostro servizio “tutto col gioco ma niente per gioco” .

 

 

 

 

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